Perché una sezione Off all’interno di Todi Festival?

Perché una sezione Off all’interno di Todi Festival?

L’idea alla base di questa prima edizione di Todi Off è semplice: offrire ad un pubblico di abbonati e di abitué del teatro nuove prospettive e nuovi linguaggi, spesso confinati a spazi da addetti ai lavori a causa di una distribuzione scarsa e poco capillare rispetto alle produzioni teatrali, che potremmo definire di tradizione, inserite nei circuiti di grande programmazione. Allo stesso tempo offrire, a chi coraggiosamente sceglie di utilizzare lo strumento teatro in modo poco convenzionale, di incontrare un pubblico diverso, paradossalmente “nuovo” da chi sceglie consapevolmente di osservare gli esiti della ricerca sul contemporaneo.

Può esistere uno spazio e un luogo, in un tempo come questo caratterizzato da proposte spesso massificate, incombenti produzioni seriali e mediatiche, dove spettatori e autori possano incontrarsi per ricreare quella magica tensione che è la “cerimonia” teatrale?

Durante il Todi Festival, storico luogo ricco di proposte diversificate, fra teatro, musica, danza, arti figurative, dove “l’agire fisico” dell’artista è sempre più significante rispetto a simulacri un po’ plastificati, anche allo spettatore sarà offerta la condizione irripetibile di approfondire una diversa concezione del proprio essere spettatore, di scoprirsi come un curioso e intraprendente navigatore di rotte poco conosciute.

Non è raro in Europa che ogni grande Festival, oltre alla sezione artistica tradizionale, ne contenga una innovativa, fuori dallo specifico contesto, “off” appunto: su questo modello vogliamo costruire questa proposta, esercitando la curiosità del nuovo, ampliando le possibilità di comprensione e di adattabilità per un linguaggio, quello teatrale, che nonostante 2500 anni riesce ancora a ritrovare ed esprimere sempre il suo hic et nunc.

Sette spettacoli costituiranno il centro di un processo osmotico, durante il quale si opererà una specie di formazione continua: gli autori si confronteranno con un pubblico inusuale, che del teatro è abituato a cogliere segni certi, incontrovertibili, in un certo senso rassicuranti. Il gioco del Nido dell’Aquila sarà quello di spiazzare gli utenti, creando un cortocircuito fra idee e visioni della rappresentazione inedite e inclusive.

Abbiamo volutamente deciso di non compiere scelte dirette: per creare maggiore dibattito critico e creare occasioni di incontro, le sette proposte della sezione Off, sono state selezionate da cinque critici teatrali provenienti da diverse realtà italiane, che si sono messi a servizio dell’idea. Cinque operatori del settore che hanno individuato delle proposte che potessero creare nel pubblico potenziale del Festival di Todi curiosità, scoperta, sorpresa, formazione di nuove idee sulla pratica teatrale.

Per approfondire i motivi di queste scelte abbiamo creato un piccolo luogo di incontro con gli artisti, dove ogni mattina ci si confronta rispetto allo spettacolo andato in scena la sera precedente; il critico “padrino” di questa scelta incontrerà pubblico e curiosi, insieme alla compagnia, per approfondire i temi, i linguaggi, i modi utilizzati da ciascun artista. Un processo di formazione reciproco, per chi non ha pratica del contemporaneo o forse nemmeno ne immagina l’esistenza e per gli artisti che difficilmente hanno l’opportunità di confrontarsi con un pubblico che non sia “di parte”.

A integrazione del processo suddetto il 30 agosto alle 10.30 sarà proposto un momento di riflessione comune su temi e significati del “fare teatro contemporaneo”. Si tratta di un incontro con il pubblico, aperto a tutti gli interessati.

A corollario di questo progetto formativo abbiamo istituito, durante tutta la durata del Festival, tre master class dedicate a tutti coloro che vogliano confrontarsi con la formazione diretta da un grande maestro della scena italiana contemporanea, in modo tale che tutto il progetto Nido dell’Aquila divenga un laboratorio aperto.

Ci auguriamo che questa proposta possa sollecitare la curiosità e gli interessi di tutti i partecipanti all’edizione del Todi Festival 2017 e magari far nascere l’opportuna attenzione che “essere Off” merita.

Eugenio Guarducci
Direttore Artistico Todi Festival

Roberto Biselli
Direttore Teatro Di Sacco