Un Manifesto per Todi Festival 2019

Abbiamo accolto con gioia e una particolare emozione l’invito a realizzare il manifesto e ad esporre, mettendo a dialogare il nostro lavoro, nell’ambito del Todi Festival 2019. La gioia sta nel veder riconosciuta quella che è ormai un’ appartenenza alla terra umbra, da noi scelta e frequentata da quasi venti anni, come “seconda patria”, in parallelo e in continuità con la vita e il lavoro da sempre svolti a Roma.

L’emozione, davvero particolare, consiste invece in una coincidenza misteriosa: esattamente trenta anni fa, nel 1989 infatti, esponemmo la prima e unica volta insieme con una doppia personale a Roma, dal titolo “Solitudine Riflessa”. Si trattava di mettere a confronto nello stesso spazio il lavoro di due artisti che condividevano la vita.

Poi, naturalmente, ognuno di noi ha ripreso e continuato il proprio percorso creativo ed espositivo per vie assolutamente diverse. Ritrovarci ora, a distanza di trenta anni, a rinnovare l’esperienza della doppia personale, in una sede prestigiosa di una prestigiosa città come Todi, non può che dare un tocco di magia a quella che è anche una verifica, un appuntamento coraggioso, da noi, fino ad oggi, non più pensato, di due percorsi artistici.

L’idea del manifesto, ha un sua una logica semplice: due artisti impegnati, pur per vie assai diverse, ad affidare al mezzo pittorico la figura umana, quale maggior elemento di interesse poetico e simbolico, non potevano che scegliere di far dialogare, in uno stesso spazio visivo, due delle loro figure estrapolate da altrettanti reciproci quadri, che, tra l’altro, saranno presenti in mostra.

Così, su un fondo dipinto a due mani che mostra una strada diretta verso Todi, attraverso un montaggio digitale, abbiamo collocato su questo paesaggio due nostre figure che esprimono al meglio le caratteristiche di ognuno di noi due.

Un pò come certi personaggi di Bunuel o di Pasolini, sempre in cammino quasi senza meta, così l’uomo di Di Stasio sembra trovarsi lì per caso, ma poi il teatrino che si porta in testa è quanto mai appropriato all’evento che sta per accadere in quella città…e la donna aracneidea dalle sei gambe, “Machine Spider” di Gandolfi, incarna l’idea di differenza nel difficile cammino delle donne.

Stefano Di Stasio, Paola Gandolfi


Biografia Stefano Di Stasio

Stefano Di Stasio nasce a Napoli nel 1948, a Roma dal 1950, attualmente vive tra Roma e Spoleto.

Va annoverato tra i protagonisti indiscussi di quella reinvenzione della pittura di immagine, che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del Ventesimo Secolo.

Ha tenuto personali e collettive in gallerie come La Tartaruga, L’Attico, La Nuova Pesa, Pio Monti, Apollodoro, Maniero, Il Polittico, Arts Event’s, Studio Vigato, AndreaArte, Stazione di Posta San Gemini, Lombardi, Alessandro Bagnai ecc. È stato presente con sale personali alle Biennali di Venezia del 1982, 1984, 1995 e alla Quadriennale di Roma del 1992.

Ha partecipato a numerose e importanti rassegne collettive nazionali e internazionali. Tra il 2001 e il 2004 realizza un intero ciclo pittorico su storie francescane, per la nuova chiesa di Terni, S. Maria della Pace, progettata da Paolo Portoghesi.

Di lui hanno scritto, tra gli altri: Maurizio Calvesi, Marisa Volpi, Italo Tomassoni, Alessandro Zuccari, Howard Fox, Marco Lodoli, Fulvio Abbate, Emanuele Trevi, Francesco Gallo, Loredana Parmesani, Viviana Siviero, Marisa Vescovo, Bruno Toscano, Massimo Duranti, Antonio Carlo Ponti, Vittorio Sgarbi, Alberto Zanchetta, Marco Meneguzzo, Bianca Pedace, Mariano Apa, Edward Lucie Smith, Enzo Siciliano, Vittoria Coen.


Biografia Paola Gandolfi

Paola Gandolfi nasce a Roma e si forma a Bologna, dagli anni Ottanta torna a Roma dove tuttora vive e lavora.

La pittura di Gandolfi si occupa del mondo e della figura femminile, delle dinamiche psico-fisiche che ne definiscono l’identità, attingendo dall’inesauribile ricchezza del mito e delle figure di donne che lo animano.

Il suo lavoro è incentrato sull’esplorazione di luoghi inaccessibili come l’inconscio femminile che tramite la sua pittura e la video animazione cerca di analizzare. I suoi video sono stati premiati e sono stati presentati in numerosi festival, tra cui recentemente al Torino Film Festival, nella sezione “corti” con In tempo per modifiche temporali, 2016.

Ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero e ha presentato in diversi festival di cinema, in Italia e all’estero.